SIMBOLI Immagini e riproduzioni dell’arte rupestre della Valcamonica e del Monte Bego

 

                                                     

La Société Valdôtaine de Préhistoire et d’Archéologie di Aosta,

in collaborazione con il Conseil départemental des Alpes-Maritimes/musée des Merveilles

e la Cooperativa Archeologica

Le Orme dell’Uomo

  presenta la mostra: 

SIMBOLI

Immagini e riproduzioni dell’arte rupestre della Valcamonica e del Monte Bego

 

La mostra verrà aperta dopo la conferenza di Angelo E. Fossati e Silvia Sandrone il giorno 20 aprile 2019, ore 17:30,  presso la sala conferenze della Biblioteca Regionale “Bruno Salvadori”, Via Torre del Lebbroso, 2, 11100 Aosta AO, Italia.

Date Mostra: 20 Aprile-19 Maggio 2019

Orari: dal 23 aprile al 19 maggio, dalle ore 9:00 alle ore 19:00 – chiusura settimanale: lunedì mattina

 

La mostra intende portare all’attenzione del grande pubblico l’arte rupestre dei due maggiori complessi nell’arco alpino: la Valcamonica (Lombardia) e l’area del Monte Bego (Francia). Oltre ad alcune fotografie, in mostra sono esposti soprattutto diversi calchi realizzati in gesso e resina.

I calchi riguardanti l’arte rupestre della Valcamonica furono eseguiti nel XX secolo da Battista Maffessoli (1929-2006), e qui esposti grazie alla collaborazione di sua nipote Ilaria Zonta (Pro Loco di Capo di Ponte – BS) che ha messo a disposizione alcuni pezzi della sua collezione. Altri calchi provengono dalla collezione della Cooperativa Archeologica Le Orme dell’Uomo di Cerveno (BS).

Le riproduzioni delle rocce incise dell’area del Monte Bego sono state eseguite dal “laboratorio calchi” del Musée départemental des Merveilles (Tende, Alpes-Maritimes, Francia) che espone nella propria galleria permanente numerose copie ad alta risoluzione delle incisioni allo scopo di introdurre i visitatori all’arte rupestre del territorio.

Lo scopo di questa mostra è quello di avvicinare grande pubblico, studiosi e semplici appassionati all’affascinante mondo di alcuni simboli presenti nell’arte rupestre alpina attraverso i calchi anche per invogliarli a visitare i parchi con arte rupestre.

I pezzi provenienti dalla Valcamonica erano realizzati dal Maffessoli per permettere ai ricercatori di avere a disposizione una copia fedele all’originale delle figure che stavano studiando e ai semplici turisti ed appassionati di portarsi a casa un pezzo di storia “camuna” che ricordasse il più possibile da vicino l’originale che essi avevano ammirato nelle visite. I suoi calchi hanno raggiunto studiosi e musei e case di tutto il mondo sin dagli anni ’50. I suoi calchi erano realizzati ponendo il gesso direttamente sulla superficie della roccia per creare il cosiddetto “negativo” che poi, più tardi nel suo laboratorio, avrebbe trasformato in quei “positivi” che osserviamo nella mostra: sulla loro superficie è stata applicato uno sottile strato di colore nero per creare un efficace effetto di contrasto tra ciò che è inciso con ciò che non è inciso per migliorare la visibilità delle figure incise.

Per questa mostra sono stati scelti alcuni soggetti dal valore simbolico particolarmente richiesti al Maffessoli e a lui stesso molto cari, quali la rosa camuna, la paletta, il labirinto e i le impronte di piede (pediformi).

I pezzi provenienti dal Monte Bego sono stati realizzati a partire dagli anni ’90 nell’ambito delle ricerche pluridisciplinari condotte sul sito sotto la direzione del Prof. Henry De Lumley. I calchi sono realizzati con la tecnica detta “stratigrafica”. I negativi sono realizzati con elastomero di silicone catalizzato applicato direttamente sulla roccia incisa (protetta preventivamente con dell’alcool polivinilico) ed arricchito progressivamente con garze; in caso di forti dislivelli della roccia, un contro-calco in resina, fibra di vetro e tasselli di legno viene realizzato direttamente in situ al fine di poter riposizionare correttamente la membrana di silicone in laboratorio dove i positivi vengono realizzati con l’utilizzo di resina, fibra di vetro e tasselli di legno. Le patine sono riprodotte in modo simile alla superficie rocciosa reale grazie all’utilizzo di pigmenti di origine naturale, soprattutto ocre, e gomma lacca.

Per la mostra sono stati scelti i temi caratterizzanti l’arte rupestre del Monte Bego: i bovidi (corniformi), le armi, le figure topografiche, le scene di aratura.

 

                                                                

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