La roccia di Montjovet Chenal fu la prima roccia con arte figurativa segnalata in Val d’Aosta. Si tratta di una parete rocciosa quasi verticale, incisa in quattro fasi differenti …
The presence of non figurative art in Aosta Valley is generally characterized by the wide presence of cup marks and grooves, on several rocks. The sites with figurative art are still few: Montjovet Chenal, with double spiral pendants and megalithic art…
by Damien Daudry – Angelo Eugenio Fossati
L’arte rupestre in Valle d’Aosta, il punto della situazione
Documento per la sezione “Alpi Occidentali”
del Convegno L’Arte rupestre delle Alpi, Capodiponte, 21-24 ottobre 2010
ABSTRACT. The presence of non figurative art in Aosta Valley is generally characterized by the wide presence of cup marks and grooves, on several rocks. The sites with figurative art are still few: Montjovet Chenal, with double spiral pendants and megalithic art; La-Barma (Valtournanche) and Le Crou-Champrotard with compositions of weapons. These sites show the presence of art that can be dated to the a period between Neolithic and Bronze Age. In Aosta Valley is also known a site with Iron Age rock art: Bard, not far from the famous fortress, where beautiful rocks – polished by Pleistocene glaciers – show, among other figures including humans, a very interesting ornitomorphic boat, a sign known also in the Valtellina-Valcamonica rock art tradition.
La presenza rocce con incisioni non figurative, cioè con coppelle e canaletti, è piuttosto comune nell’arte rupestre alpina. La Valle d’Aosta non rappresenta un’eccezione in questo senso, come è ben testimoniato dalle continue scoperte di rocce incise con questi motivi da parte dei membri della Société Valdôtaine de Préhistoire et d’Archéologie. Essi quali hanno segnalato oltre un centinaio di rocce coppellate con canaletti, spesso accompagnate da altre figurazioni, quali cruciformi, antropomorfi, balestriformi, cerchi, rettangoli e reticolati. Il problema della collocazione cronologica delle coppelle è noto: si tratta di un segno schematico che può essere stato inciso in diversi momenti, dalla preistoria più antica sino ad epoche molto recenti, come dimostrano gli studi sulle sovrapposizioni e sulle associazioni tra figure. Quanto al loro significato vi sono al riguardo più di cento interpretazioni diverse che, però, non giungono ad alcuna proposta definitiva.
Le rocce con arte figurativa in Valle d’Aosta non sono molte. La prima ad essere segnalata nel 1971 fu la roccia di Montjovet Chenal, presso il castello omonimo. Si tratta di una parete rocciosa quasi verticale, incisa in quattro fasi differenti, secondo un primo studio di E. Anati e D. Daudry. La fase più antica, rappresentata da incisioni realizzate a picchiettatura, è la più interessante: si tratta di “complesse figure rettangolari con all’interno cerchi, composizioni di strumenti o armi… ed almeno quattro pendagli ad occhiale…”. Il fatto che queste incisioni siano realizzate su una parete quasi verticale e la presenza dei pendagli a doppia spirale, noti anche sulle statue-stele dell’età del Rame dei vari gruppi dell’arco alpino, compreso quello geograficamente più vicino di St. Martin-de-Corléans, le riporta in un ambito di arte megalitica, probabilmente databile tra il IV ed il III millennio a.C.
Una seconda roccia incisa con importanti motivi figurativi venne rinvenuta presso La-Barma a Valtournanche nel 1972 da E. Pelissier e, successivamente, studiata da D. Daudry con la consulenza di E. Anati. Anche questa roccia presenta una parete verticale incisa a picchiettatura in due aree distinte: nella prima zona è inciso un mascheriforme, nella seconda un gruppo di armi (prevalentemente asce) e coppelle. Uno successivo studio di D. Daudry ha evidenziato la presenza di un pugnale tra le numerose asce. La figura mascheriforme può certamente essere associata all’arte megalitica bretone, nonché a motivi presenti nelle stele calcolitiche alpine, mentre il gruppo di armi, un po’ più tardo, è inquadrato nel Bronzo Antico, data la presenza di un pugnale a lama con base arrotondata e una serie di asce tra cui alcune con taglio a paletta.
Il ritrovamento recente di una roccia con una composizione di armi databili all’età del Rame e del Bronzo Antico conferma questa importante presenza tematica nel repertorio iconografico dell’arte rupestre della Valle d’Aosta. Si tratta della roccia di Le Crou-Champrotard, nei pressi della centrale idroelettrica di Villeneuve. La roccia, scoperta da F. Mezzena e studiata da F. Banfo e A. Fossati, oltre a figurazioni topografiche e coppelle, presenta alcuni pugnali del tipo Remedello e un’alabarda dell’Antica età del Bronzo. Recentemente è stato segnalato da A. Arcà e D. Daudry e A. Fossati un riparo con incisioni in stile “megalitico” presso Montjovet Chenal. Il riparo è in corso di studio e si spera di poter fornire a breve maggiori dettagli.
Un gruppo di incisioni, probabilmente più tarde rispetto a quelle citate più sopra, si trova a Bard, nei pressi del cimitero, non lontano dal borgo medievale. Si tratta di non molte figure incise sparse su una grande roccia levigata dai ghiacciai pleistocenici. Un lungo scivolo, ancora usato come gioco dai bambini del luogo, ha parzialmente cancellato una grande figura a reticolo e alcune coppelle. Il reticolo può essere attribuito ad una fase antica di istoriazione, forse addirittura al IV millennio a.C., essendo associato idealmente alle raffigurazioni topografiche presenti nell’arte rupestre alpina. La figura più nota di questo complesso è, però, una rappresentazione di “barca a doppia protome ornitomorfa” con appendici serpentiformi: la sua collocazione cronologica appare sicuramente confinata alla I età del Ferro. Confronti nell’arte rupestre vanno cercati nell’arco alpino orientale: il motivo della barca a protome ornitomorfa semplice (Vogelbarke) o a doppia (Doppelvogelbarke) compare, infatti, nell’arte rupestre del complesso camuno-valtellinese nel corso della I età del Ferro.
Degno di interesse è anche lo scivolo. Scivolare sulle rocce oggi è certamente un’attività eseguita per gioco, senza alcuna finalità simbolica o rituale, però è possibile che nel passato questa gestualità fosse collegata al mondo della magia. Scivoli su roccia sono noti anche in altre aree alpine con tradizione rupestre, per citarne solo alcuni: nel Parco Nazionale di Naquane in Valcamonica (BS), nel Parco Nazionale di Grosio in Valtellina (SO), in Valle d’Ossola (VB), sempre presso le incisioni rupestri, e nel Parco Archeologico di Le Lozes presso Aussois (Alta Moriana, Francia).
Si spera che le ricerche sistematiche della Société Valdôtaine de Préhistoire et d’Archéologie in accordo con la Soprintendenza Regionale possano portare alla scoperta di ulteriori siti con arte rupestre.
Bibliografia
- DAUDRY D., 2003 Le incisioni rupestri valdostane, il punto della situazione, in Bullettin d’études préhistoriques et archéologiques Alpines, XIV, Aoste, pp. 315-340.
- BANFO F., DAUDRY D., FOSSATI A, 2008, Una roccia incisa da Le Crou-Champrotard (Valle d’Aosta), in Bullettin d’études préhistoriques et archéologiques Alpines, XIX, pp. 27-36.
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