Essere stata eletta presidente della Société in questo 2022 riveste, ai miei occhi, un intenso valore. Quest’anno, infatti, si celebrano i 100 anni dalla pubblicazione dell’Ulisse di James Joyce e i 150 anni della Recherche di temps perdu di Marcel Proust.
È come un nostos, un ritorno dunque. Ritorno ad occuparmi più da vicino di archeologia dopo alcuni anni di apparente allontanamento, sebbene il cuore e la passione non se ne siano mai distaccati.
Dopotutto, si dice anche che occorra abbandonare la riva per scoprire l’oceano, no? E questo ho voluto fare. Per mettermi alla prova e per approfondire altre passioni, una su tutte quella per la comunicazione culturale.
Sono onorata ed emozionata di essere stata scelta per presiedere a questa illustre e vivace associazione con cui mi riavvicinerò a quella primigenia tensione per la ricerca del passato. Ecco, la Ricerca, appunto: quella con la R maiuscola. Ricerca di storie, di vite, di uomini. Ricerca di un tempo passato, certo, ma niente affatto perduto! Una passione che si risveglia, ogni volta, non grazie ad una dolce madeleine, ma ad un particolare paesaggio, ad un elemento, ad un indizio, ad un segno trasmessoci dai secoli.
Sarà la riscoperta del tempo circolare, quello dell’archeologo e, in fin dei conti, quello di Ulisse che, dopo aver coraggiosamente sondato l’ignoto e affrontato sfide straordinarie, in primis quella del suo stesso ingegno, vuole tornare a Itaca, alla sua origine.
Il tempo dell’archeologo è questo: partire dal presente per ricercare il passato e trasmetterne la memoria con cui ritornare al presente e preparare il salto nel futuro.